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lunedì 13 giugno 2011

Psicologia: basi,teorie e metodi di ricerca


Psicologia: basi,teorie e metodi  di ricerca



Jean Piaget
Svizzero (1896-1980). Fin da adolescente interessato alla scienza e in particolare alla biologia. Ottiene il dottorato di biologia nel 1918. Si interessa alla psicologia e viene analizzato da un’allieva di Freud. Dal '23 a al '32 pubblica Linguaggio e pensiero nel fanciullo, Giudizio e ragionamento nel bambino, La causalità fisica nel bambino e Il giudizio morale nel fanciullo. In seguito, dal '36 al '45, pubblica La nascita dell’intelligenza nel bambino, La costruzione del reale nel bambino e La formazione del simbolo nel bambino segnando una nuova fase della ricerca scientifica. Dal 1950 Piaget si concentra sull’epistemologia genetica, cioè lo studio dei sistemi generali di generazione di conoscenza e del loro sviluppo. L’affinità di Piaget a Kant è dovuta alla supposizione di categorie di conoscenza a priori e che l’uomo interpreti obbligatoriamente la realtà attraverso queste strutture. L’approccio epistemologico genetico riguarda quindi sia a come si sono evolute teorie nel corso della Storia umana, che nell’individuo nel corso del suo sviluppo ontogenetico.
Per Piaget l’intelligenza è il più alto grado di adattamento mentale. In ogni adattamento sono presenti processi di assimilazione e di accomodamento. Nella prima l’organismo elabora stimoli senza modificare se stesso, nella seconda l’elaborazione porta alla modifica dell’organismo. Per Piaget conoscere la realtà significa trasformarla. Fino a 18 mesi le conoscenze vengono acquisite tramite azioni motorie e percettive, successivamente divengono interiorizzate. Nella terminologia di Piaget schema sta a indicare un insieme di azioni, struttura un’organizzazione dell'intelligenza.
Le tappe dell’evoluzione delle strutture nell’individuo per lui sono: intelligenza senso-motoria (fino a 10 mesi), pensiero simbolico (a 18 mesi), pensiero operatorio concreto (da 6-7 anni), pensiero operatorio formale (dagli 11-14 anni).
Le critiche rivolte a Piaget sono: disegni sperimentali e analisi dei dati inadeguate; eccesso di teorizzazione partendo da pochi dati empirici; sottovalutazione della capacità innate; difficoltà di interpretazione dei suoi scritti; attenzione verso un soggetto ideale detto “epistemico” che non è il soggetto reale.

Lev Semenovic Vygotskij

Fino al 1960 si pensò che la scuola russa seguisse il filone creato da Pavlov. In realtà già dal 1930 presso l’istituto di psicologia di Mosca diversi studiosi stavano realizzando nuove metodologie di studio per risolvere problemi psicologici influenzati dal marxismo. Vygostskij (1896-1934) è lo studioso più creativo e parte dal presupposto che i processi psichici superiori hanno una natura sociale. Lo sviluppo dell’intelligenza parte da basi biologiche e spontanee e poi attraversa un’evoluzione attraverso l’uso di strumenti e la cultura, strumento nelle relazioni sociali. La cultura fornisce di strumenti di significazione linguistici e matematici. Perciò i processi psichici superiori non sono da ricercare esclusivamente nell’organismo, ma in attività esterne avvenute in un contesto interattivo. Questi strumenti che mediano lo sviluppo dell’individuo e che l’individuo utilizza sono  storico-culturali e non naturali.
Per Vygostkij il linguaggio ha la funzione di regolare il comportamento e il pensiero. Dapprima il bambino viene guidato attraverso il linguaggio dell’adulto, poi il bambino stesso si dirà a voce alta cosa fare. Poi inizia a parlare nella mente e struttura il proprio modo di pensare. Altro importante concetto vygotskijano è la zona di sviluppo prossimale. Cioè l’insieme di apprendimenti possibili a breve termine e che portano ad ulteriori sviluppi del soggetto. Questo permette di concepire l’apprendimento e lo sviluppo dell'intelligenza come un processo dinamico e socio-culturalmente influenzato. La zona di sviluppo prossimale risente di due ordini di motivi: caratteristiche individuali e contesto sociale.

Etologia e psicologia dello sviluppo

Konrad Lorenz e Niko Timbergen avviano un filone di ricerca intorno al 1930 che presuppone che l’animale non sia un organismo passivo, ma tenda ad adattarsi alla propria nicchia ecologica. La teoria prevede che esista un nucleo di comportamenti innati specie-specifici presenti in tutta la specie o in un sottogruppo della specie. Sulla base della teoria evoluzionistica gli etologi studiano come gli animali si adattano e, perciò, sopravvivono all'ambiente. Essi sostengono che le varie specie si differenziano per i tipi di comportamento che possono apprendere e in quali periodi critici o periodi di sensibilità gli animali possono apprendere un determinato comportamento. Rilevante è la scoperta dell’imprinting. Un metodo di studio etologico è l’osservazione naturalistica effettuata in loco e guidata da ipotesi. L’etologia grazie alla rilevanza scientifica e dimostrabilità delle teorie formulate influenzò la psicologia.  John Bowlby è lo studioso che formulò la teoria dell’attaccamento infantile attraverso osservazioni naturalistiche sui fatti.
Psicologia cognitiva
A differenza delle altre scuole non vi è un fondatore e un anno di nascita. Si vuole far risalire il cognitivismo come paradigma scientifico della psicologia con la critica di Chomsky a Skinner intorno agli anni ’60, anche se dobbiamo ammettere che stoccate al comportamentismo sono state scagliate da diversi studiosi anche in precedenza. Però la psicologia cognitiva è un approccio che alcuni psicologi condividono come metodologia e posizione teorica. Ulrich Neisser pubblica nel 1967 Psicologia cognitiva ed è il manifesto di numerosi ricercatori successivi. Tecnica del cognitivismo è la creazione di un modello per spiegare un processo cognitivo; l’obiettivo più o meno formale è quello di spiegare il funzionamento della mente in termini molto prossimi a quelli dell’informatica.
Moduli e modularizzazione
J. H. Fodor nel volume La mente modulare, del 1983, sostenne che la mente è caratterizzata da un funzionamento modulare. Ogni modulo ha proprie funzioni e modalità di funzionamento. Ogni modulo tratta dati in maniera diversa. Da parte del filosofo si conclude che la mente è fortemente innata e le zone sono tra di loro scarsamente collegate.
A. Karmiloff-Smith nel volume Oltre la mente modulare, del 1992, concorda con Fodor che la mente è fortemente specializzata su basi innate più di quanto pensasse Piaget. Però ritiene che questi moduli sono meno rigidi e isolati di come li avesse considerati Fodor. Per la psicologa i moduli si vengono a definire attraverso un processo di modularizzazione. Con la posizione di Karmiloff-Smith è possibile intendere una mente che si va a formare attraverso l’apprendimento culturale, costruttivista, su base innata.

L'approccio interattivo – cognitivista
Attorno il 1950 la socializzazione veniva spiegata in psicologia dall’approccio psicoanalitico o comportamentista che la consideravano un processo secondario. John Bowlby introdusse l'idea che la socializzazione sia in realtà un processo primario e che sia fondato su basi genetiche. Studiosi di approccio cognitivista accettarono la posizione di Bowlby e sottolinearono che il metodo di studio della socializzazione dovrebbe porre attenzione al contesto interattivo in cui questo si sviluppa.
Schaffer, lo studioso interattivo-cognitivista più rilevante, sostiene che a) il bambino nasce predisposto ad una forma di socializzazione primaria con la madre, per cui la madre deve adattarsi a questa forma di socializzazione (orientamento diadico); b) introdurre una componente cognitiva per la socializzazione innata; c) importanza attribuita agli aspetti temporali delle situazioni interattive; d) uso di tecniche micro-analitiche; e) interesse per i processi più che per gli effetti.
L’osservazione
Può essere naturalistica che, come per l’etologia, consiste nell’osservare il bambino mentre, ad esempio, sviluppa il linguaggio. Oppure partecipante se si realizza in rapporto diretto con i soggetti. Con soggetti molto piccoli, anche neonati nel primo giorno di vita, vi sono tre tipi principali di paradigma di osservazione. Abituazione/Disabituazione: l’infante tende a guardare più a lungo, succhiare più forte verso lo stimolo più interessante per lui, dopodiché perde interesse. Stimolo preferenziale: si propongono all’infante diverse configurazioni di stimoli, lui tenderà a guardare o ascoltare quella per lui più interessante.

Il colloquio clinico e/o critico di tipo piagetiano

Piaget si ispira al colloquio clinico di tipo psicoanalitico. Non è rigidamente strutturato, perciò è flessibile e può adattarsi in base al dialogo ottenuto dall’intervista al bambino. L’intervistatore prende spunto dalle risposte del bambino per arrivare ai temi chiave dell’intervista, però lasciando parlare il bambino il più liberamente possibile. Piaget distingue cinque tipi di reazioni del bambino:
1 – Purchessia: il bambino è annoiato e fornisce una risposta a caso;
2 – Fabulata: invenzione di una storia senza riflettere;
3 – Suggerita: la domanda è suggestiva, o il fanciullo cerca di accontentare l’intervistatore;
4 – Provocata: la domanda è nuova e il fanciullo risponde in maniera intima e senza suggerimenti;
5 – Spontanea: il fanciullo ha già pronta una risposta e non ha bisogno di ragionare.
Le prime tre risposte sono da scartare, anche se la fabulata può dare indicazione sul mondo interiore del fanciullo. Per la terza occorre fare attenzione alla suggestione per mezzo della parola, evitabile usando il vocabolario infantile, o per perseverazione, formulando la stessa domanda sempre in maniera diversa. Una credenza può dirsi originale, secondo Piaget, se a un campione della stessa età emerge con frequenza la stessa

sabato 11 giugno 2011

che cos' è la psicologia?

In sintesi
Psicologia...Per psicologia si intende la scienza che indaga l'attività psichica e il comportamento umano per definirne le leggi. In particolare la psicologia può essere intesa
 come la scienza che studia l'attività psichica degli esseri viventi
 come la scienza che studia il comportamento degli esseri viventi
 come la scienza che studia la personalità degli esseri viventi.
La psicologia ha sempre e comunque come oggetto di studio privilegiato la MENTE.
...come scienzaLa psicologia è scientifica in quanto
 empirica (si basa su osservazioni dirette e non mediate)
 obiettiva (le sue osservazioni non sono oggettive ma si basano su criteri rigorosi);
Gli psicologi tendono sempre a verificare ipotesi che potremmo definire "locali" per poi arrivare a formulare teorie che abbiano carattere e valenze più generali. Il tutto appoggiandosi a una metodologia di ricerca particolarmente rigorosa.
Metodi correlazionaliMetodologia di ricerca che è volta a indagare la misura in cui due determinati eventi (o categorie di eventi) sono in relazione – non causale – tra di loro.
Metodo sperimentaleSi pone come scopo quello di stabilire un preciso rapporto di causa effetto tra due o più caratteristiche o eventi: si cercherà, manipolando uno dei due fattori (variabile indipendente), di vedere come e se variano di conseguenza gli attributi del secondo fattore interessato dalla ricerca (variabile dipendente).
Metodo osservativoSi propone di indagare le relazioni realmente esistenti tra una o più variabili, rilevando dati in un contesto naturale e senza l'intromissione più o meno diretta dello sperimentatore.
Raccolta dei datiComportamentali (dati collegati alla rilevazione del comportamento umano in quanto tale).
Verbali (descrizioni – più o meno libere – che le persone fanno riguardo a quanto accade nella propria mente).

Psicometrici (strumenti che registrando determinati comportamenti – che possono variare da risposte a domande precise all'interpretazione di disegni, alle reazioni davanti a stimoli non previsti – ricavano previsioni su altri comportamenti futuri).

martedì 7 giugno 2011

Metodi della ricerca in Psicologia


L’indagine empirica

Sono possibili più tipi di indagine:
    • Descrittiva
    • Correlazionale
    • Sperimentale

Modello tridimensionale delle strategie di ricerca (Hendricks, Marvel, Barrington, 1990):
    • Luogo
    • Metodo
    • Raccolta dei dati


Elementi principali di una ricerca

Formulazione dell’ipotesi (leggi e teorie)
Definizioni operative
Definizione della popolazione
Scelta del tipo di indagine
Scelta del campione
Esecuzione della ricerca
Interpretazione


Si può definire legge una asserzione secondo la quale certi eventi sono regolarmente associati.
Una teoria è genericamente definibile come un insieme di varie leggi, ovvero come un insieme di concetti con capacità esplicativa e previsionale.


Disegni di ricerca

Disegni sperimentali

Esperimenti "veri": hanno le seguenti caratteristiche:
    • Manipolazione delle condizioni: le situazioni sperimentali sono (per quanto possibile) controllate dallo sperimentatore.
    • Scelta e assegnazione casuali dei soggetti
    • Presenza di un gruppo di controllo
    • Pre-test, test e post-test: le variabili in studio sono misurate prima di somministrare alcun trattamento, al fine di determinare quale sia la situazione di partenza, e dopo la somministrazione, per controllare gli effetti dopo l'interruzione del trattamento.
Quasi-esperimenti: hanno solo una parte delle caratteristiche precedenti.
Di solito, in un esperimento, si distinguono:
    • Una ipotesi nulla (H0): gli effetti della variabile indipendente sono nulli.
    • Una ipotesi alternativa (H1): si osserva una differenza tra il gruppo di controllo e quello sperimentale.


Disegni non sperimentali

Ricerche osservazionali
    • Osservazione naturalistica
    • Osservazione partecipante
Inchieste demoscopiche
Ricerche di archivio
Studi di casi singoli



Classificazione secondo il livello di misurazione:
Discrete
    • Scala nominale (divisione semplice in categorie)
    • Scala ordinale (primo, secondo, ecc.)
Continue
    • A intervalli equivalenti (senza uno zero fisicamente vero, ad es. la temperatura, che ha un punto zero convenzionale al punto di passaggio dell'acqua allo stato solido)
    • A rapporti equivalenti (le più complete; p.e. l'altezza ed il peso)


Tipi di validità

La Validità Interna di una ricerca è definibile come il grado in cui le conclusioni di una ricerca sono effettivamente riferibili alle relazioni tra le variabili considerate. E’ concettualmente molto vicina alla Validità di Costrutto che però è determinata dalle definizioni operative delle variabili.
Minacce alla validità interna
o      o      Presenza di variabili di disturbo
o      o      Maturazione dei soggetti
o      o      Effetto di regressione
o      o      "Mortalità" (si tratta in realtà dell’uscita dei soggetti dalla ricerca, per qualunque causa)
La Validità Esterna è la possibilità di estendere le conclusioni della ricerca dai soggetti esaminati a situazioni più generali. E’ legata alla
Validità Statistica
    • Scelta adeguata del campione
    • Distribuzione dei dati
    • Uso adeguato delle tecniche statistiche


La significatività

Sostanziale: si riferisce all’effettiva rilevanza (scientifica, pratica, ecc.) dei risultati.
Statistica: è il grado di non casualità delle conclusioni raggiunte (p.e.: p £ 0.01 che significa che i risultati ottenuti hanno 1 probabilità su 100 di essere dovuti solo al caso).


Studio di casi singoli

Lo studio di casi singoli può essere fatto con disegni quasi sperimentali, che in genere comprendono:
    • Definizione del livello di base della prestazione da misurare
    • Una interruzione del trattamento
    • Una ripetizione del trattamento (p.e.: disegno ABA, il più semplice)


Rilevazione dei dati

La rilevazione dei dati si effettua principalmente mediante:
Osservazione e misurazione (dati sociometrici, fisiologici, psicofisiologici, ecc.).
Questionari (serie di domande con risposte a formato aperto o chiuso). Nella elaborazione di un questionario bisogna tenere conto di alcune prescrizioni:
o      o      Evitare le ambiguità
o      o      Non influenzare i risultati
o      o      Ottenere una misurazione interpretabile (p.e. su una scala a sette punti)
   Test (p.e. il t. di Rorschach).


Un esempio di procedura sperimentale

         Il "paradigma di Posner" è una procedura molto usata per valutare delle prestazioni connesse al livello di attenzione. La variabile misurata è il tempo di reazione (tempo che intercorre tra la presentazione di uno stimolo e la reazione del soggetto, in genere l'inizio di un compito semplice predefinito, come premere un tasto). Le prestazioni migliori (cioè i tempi più brevi) si ottengono fornendo al soggetto una indicazione corretta della direzione da dove sarà fatto provenire lo stimolo: ad esempio il numero "3", che in realtà compare per frazioni di secondo (quindi sotto la soglia della percettibilità cosciente) corrisponde alla casella 3, che subito dopo si illumina. Prestazioni peggiori si hanno se l'indicazione (in Inglese: "cue") è volutamente errata (ad esempio indicazione "1" e successiva illuminazione della casella 3). Prestazioni intermedie si hanno con indicazioni indifferenti o inutili

Metodi della ricerca psicologica

Metodi della ricerca psicologica
Nelle scienze psicologiche e sociali si fa uso in ogni caso di metodi empirici (basati sull'esperienza) e sistematici (che seguono un disegno organico e razionale). Come accade nelle altre scienze, i metodi sperimentali veri e propri, basati sulla realizzazione di esperimenti, sebbene siano importanti, non sono gli unici adoperati. Nella ricerca psicologica e sociale si adoperano vari metodi. Non ce n'è uno preferibile in assoluto, ma ciascuno presenta vantaggi e svantaggi. Spesso la cosa migliore è combinarne due o più nella stessa indagine. L'intervista è una modalità di indagine che si basa su colloqui tra un intervistatore che sollecita e pone domande e un intervistato che risponde. Si distinguono vari tipi di intervista a seconda del grado di strutturazione del dialogo della direttività della conduzione e della polarità dell'indagine. Le interviste sono standardizzate se improntate a un modello uniforme per quanto riguarda strutturazione, direttività e polarità. Anche se talvolta, date le circostanze, c'è una convergenza di interessi tra intervistati e intervistatori, per lo più le persone sono poco inclini a collaborare, per mancanza di tempo, per timore di svelarsi e essere giudicati o per altre ragioni. L'intervistatore deve saper motivare l'intervistato, sfruttando eventuali circostanza favorevoli, facendolo sentire utile e considerato e rendendo l'esperienza dell'intervista piacevole e significativa. Particolarmente importante è il contatto iniziale. Il questionario è uno strumento d'indagine costituito da un complesso organico di domande scritte cui si richiede di scrivere per iscritto. E' di uso comune nelle inchieste. Si distinguono domande aperte e domande chiuse. Le più semplici domande chiuse sono le polari che prevedono le due risposte SI-NO o tre risposte SI-NO-FORSE. Le domande vanno formulate sotto criteri di chiarezza e neutralità. Il colloquio clinico ha come scopo primario la diagnosi e la cura di disturbi psicologici e sociali. La ricerca rappresenta un fine secondario. Per questo è difficile rendere il colloquio clinico un metodo di indagine standardizzato. I test sono metodi indiretti e inferenziali, nei quali arriviamo a determinare conclusioni sulle persone basandoci sulle risposte che forniscono in situazioni particolari. L'osservazione consiste nella descrizione da parte di uno o più osservatori del comportamento manifesto delle persone osservate. L'osservazione incontra due problemi: la dissimulazione da parte di chi viene osservato e le distorsioni interpretative che rischia di introdurre l'osservatore. L'esperimento è un procedimento d'indagine in cui il ricercatore interviene in un dato contesto ne manipola un elemento e va a riscontrare gli eventuali cambiamenti cui va incontro un altro elemento collegato.
La scientificità di una ricerca è una qualità complessa che dipende, oltre che dalla validità dell'indagine, dalla solidità della teoria che la sostiene, dall'interesse concreto delle scoperte e dal vaglio della comunità scientifica.